Clio supplemento a Argonauta n. 1-6 2012





back to index
page 005
page 006
page 007
    Risulta evidente che tale locomozione, non certo ritmica, ma certamente assai poco aritmica, determina l'avanzamento del mollusco per mezzo dello spostamento del proprio baricentro. In conclusione, il mollusco ha portato avanti il piede, senza farlo strisciare, dal punto A al punto B (grazie ai punti di appoggio dovuti alla morfologia conchiliare e grazie al canale dell'apertura che, con continuità, attraversa tutta la conchiglia nella parte ventrale. Questi fattori hanno reso possibile lo spostamenta della conchiglia stessa da un punto di partenza ad uno di arrivo, attraverso un innalzamento prima ed uno scivolamento poi in avanti.
    Tale operazione viene ripetuta successivamente, ma è sempre caratterizzata da una estrema lentezza. Haefelfinger (1967), studiando gli Aporrhais, osserva che ogni movimento può durare dai 15 ai 30 secondi: due movimenti possono durare anche più tempo e le pause tra di loro possono essere anche più lunghe.
    Questo tipo di avanzamento non consente al mollusco di procedere in linea retta. Il suo andamento è a zig-zag ed il tracciato del moto risulta impreciso.
    Per giustificare questo tipo di avanzamento è necessario ancora una volta richiamare l'attenzione alla morfologia conchiliare degli Aporrhais. Le lunghe appendici labiali trovano una giustificazione nella distribuzione del peso stesso della conchiglia e, conseguentemente, nella necessità di bilanciarla soprattutto nel "momento critico", quando è sorretta solo dal piede che aderisce al substrato con una superficie assai minima.
    In primo luogo la presenza delle appendici labiali giustifica una concentrazione di peso maggiore nella spira della conchiglia. Tanto più questa è pesante, tanto più queste si estendono in senso opposto all'asse della spira stessa. Inoltre, le appendici labiali impediscono il ribaltamento della conchiglia.
    Le forme aberranti e mostruose, se osservate sotto questo punto di vista, conducono ad una riflessione. Le varie possibilità di mutamento della forma tipica della specie sono, in genere, dovute a parti in soprannumero o a parti notevolmente allungate che in ogni caso ne aumentano il peso. Raramente le malformazioni sono riduttive nel peso.
    Sembrerebbe quasi che il mollusco possa aumentare le appendici nel numero, nella grandezza o addirittura, in alcuni casi, queste non esistono proprio ed in loro sostituzione è presente un'unica appendice alare. Tornando alla locomozione, è necessario chiarire che alla sua attuazione concorrono fattori secondari non certo di minore importanza soprattutto nel momento della caduta in avanti della conchiglia.
    La natura del substrato, la sua consistenza ed un certo grado di scivolamento del piede, concorrono certamente alla riuscita di questa singolare locomozione.
    Alla luce degli esperimenti condotti e delle osservazioni riportate su questi esseri, sembra che essi possano attuare questo tipo di locomozione anche quando sono ubicati al di sotto del substrato, non come loro costume abituale: si è propensi a sostenere che la loro locomozione avvenga principalmente sulla superficie del substrato.
    Di questo particolare habitus alla vita nel substrato ed alla possibilità di`condurre comunque una locomozione attraverso di esso, tratteremo più avanti essendo il problema di specifico interesse.
    It is thus obvious that such locomotion, certainly not rhythmic but indeed hardly arhythmic, determines the advance of the mollusc by means of moving its centre of gravity. In conclusion the mollusc has brought forward its foot from point A to point B, without sliding (thanks to the supporting points due to the morphology of the shell, and thanks to the aperture canal which unbrokenly crosses the whole shell on the ventral side), causing the movement of the shell from the point of departure to one of arrivaI, through first a lifting and then a sliding forwards.
    Such an operation is repeated successively, but it is always characterised by an extreme slowness. Haefelfinger (1967), studying the Aporrhais observes that each movement can last from 15 to 30 seconds: two movements can last even longer, and the pauses between the various movements can be longer stilI.
    This type of progress does not allow the mollusc to proceed in a straight line. Its progress is zig-zag and the tracks of its movements appear very imprecise.
    To justify this type of progress one must again draw attention to the shell morphology of the Aporrhais. The long labial appendices find justification in the distribution of the weight of the actual shell, and consequently in the necessity to balance it above alI at the "critical moment", that is when it is supported solely by the foot adhering to the substratum on a minimum surface.
    In the first pIace the presence of the labial appendices justify a greater concentration of weight in the spire of the shell. The heavier it is, the more these extend in the opposite direction to the axis of the spire. The labial appendices also prevent the overturning of the shell.
    The aberrant and monstrous forms, if observed from this point of view, lead to a consideration. The various possibilities of mutation of the species type form are generally due to excessive parts or notably elongated parts . which in any case increase the weight. Malformations rarefy reduce the weight.
    It would almost seem that the mollusc can increase the number of size of the appendices, or even in some cases not have them at all and in substitution have a single wing appendix. Returning to the locomotion, it is necessary to clarify that a number of secondary, but by no means minor factors contribute to its fulfilment, above all at the moment of the falling forward of the shell.
    The nature of the substratum, its consistency and a certain degree of sliding of the foot, alI certainIy contribute to the success of this singular form of Iocomotion.
    In the light of experiments and observations made about these creatures, it seems that they can carry out this type of Iocomotion when they are beneath the substratum, but not as a usual habit but for a series of other factors. One is therefore inclined to maintain that their Iocomotion chiefly takes pIace on the surface of the substratum.
    As it is a matter of speciai interest, we shell deal Iater with this particular habitus in the substratum and with the possibility of anyway achieving Iocomotion through the actual substratum.